Perchè gli obesi sono ipertesi?

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(www.universinet.it ) – Perché le persone obese sono più colpite dall’ipertensione arteriosa? Lo spiega uno studio coordinato dal professor Gian Paolo Rossi della Clinica medica 4 dell’Università di Padova, diretta dal professor Achille Pessina, pubblicato sul «Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism», la più prestigiosa rivista americana di Endocrinologia e Metabolismo.

Sovrappeso e obesità sono in rapido aumento in tutti i paesi occidentalizzati e stanno assumendo dimensioni pandemiche a livello mondiale, persino nei bambini.Spesso sovrappeso e obesità si associano all’ipertensione arteriosa, oltre che al diabete, all’ipercolesterolemia e all’insufficienza respiratoria. Questo spiega l’aumento delle morti e degli accidenti cardiovascolari negli obesi.
Ciò nonostante, i meccanismi che legano l’obesità all’aumento della pressione arteriosa e delle malattie cardivascolari sono ancora poco conosciuti.Le ricerche del prof. Rossi hanno dimostrato come la deposizione del grasso a livello viscerale aumenti la secrezione da parte delle ghiandole surrenaliche di un ormone, l’aldosterone, che innalza la pressione arteriosa e fa trattenere sale e acqua.
Infatti gli ipertesi in sovrappeso o obesi presentano livelli di aldosterone in circolo che sono aumentati in proporzione all’entità dei depositi di grasso viscerale.

Il grasso quindi non sarebbe semplicemente un deposito di calorie in eccesso come sostenuto fino ad oggi, ma in grado di produrre alcune sostanze capaci di stimolare le cellule del surrene a generare e rilasciare aldosterone in quantità eccessive aumentando così la pressione arteriosa.
La ricerca, condotta dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa e dall’Università di Padova, con il supporto di FORICA (The Foundation for Advanced Research in Hypertension and Cardiovascular Diseases), potrebbe aprire la via da un lato a un trattamento più efficace dell’ipertensione arteriosa nei soggetti obesi o in sovrappeso, dall’altro allo sviluppo di nuovi farmaci per questa importante causa di malattie cerebrovascolari.

 

Redazione Universinet Magazine
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