come scrivere un curriculum vincente

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Le impressioni sono una componente fondamentale del colloquio ed è necessario imparare a gestirle ma è fondamentale scrivere un buon curriculum. Tutti i segreti di un professionista della comunicazione e della selezione del personale.
ROMA – Frasi come “fuori dell’università è una giungla”, “ormai è diventata una lotta”, sono diventate piuttosto comuni a dimostrare la seria difficoltà nella quale ormai ci si trova nell’affrontare l’ingresso nel mondo del lavoro.

Esistono delle regole oggettive nei settori della selezione e della formazione? Ad esempio, quanto la selezione si basa sulle competenze e quanto sulle impressioni? E’ possibile gestire le impressioni per il successo di una selezione?
Le impressioni sono una componente fondamentale del colloquio ed è, dunque, necessario imparare a gestirle poichè dotati di una personalità che è costruzione di noi stessi.

E’ quanto sostiene il prof. P. Mallozzi, giornalista professionista del Corriere dello Sport e docente della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università La Sapienza.

Tuttavia, prima ancora di saper gestire un colloquio, è necessario saper scrivere un curriculum vincente.

Cosa inserire, cosa evitare? Quanto puntare sulla formazione e quanto sulle esperienze lavorative?

Un curriculum breve, leggero, funzionale ad una lettura veloce e adatto al nostro interlocutore sembra essere la ricetta migliore. “Il curriculum è uno spot di 1 minuto di noi stessi” – sostiene ancora il nostro intervistato e come tale dovrebbe comunicare in maniera efficace le nostre attitudini e le nostre potenzialità.

Ritiene che il curriculum possa davvero rappresentare noi stessi?
Ho qualche dubbio che esista un “noi stessi”. Ognuno di noi si descrive in maniera diversa a un genitore, alla fidanzata/o, a un amico. La nostra identità è una continua costruzione. E il curriculum è una pragmatica costruzione di un pezzo del nostro sé: è l’esaltazione dei nostri lati positivi in funzione dell’interlocutore. Esattamente quello che facciamo quando ci mettiamo il “vestito buono” per una cerimonia importante. Per dirlo con le parole di Nietzsche: il mondo “vero” è diventato una favola e dobbiamo sognare sapendo di sognare. Quindi la nostra realtà non può che essere una sorta di sommatoria di immagini, interpretazioni, ri-costruzioni.

Senza curriculum, oggi più di ieri,
mancherebbe il primo passo per entrare nel mondo del lavoro. Non basta una buona partenza per vincere i cento metri: ma se si rimane sui blocchi non si arriva mai.
di Antonella delle Noci

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