Esame di Storia moderna:il Prof. Simoncelli

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UniversiNet.it – Lo studio della Storia Moderna è utile per conoscere la nascita di alcuni fenomeni storici presenti nel mondo d’oggi. Ne parliamo con il Prof. Simoncelli, docente di Storia Moderna presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza.

Professor Simoncelli, vuole presentarsi ?
Io ho studiato alla Sapienza negli anni tra il ‘68 e il ‘72: gli anni caldi della contestazione, delle risse. Sono stato allievo di Saitta. In questa facoltà ho trascorso gli anni di inizio della mia carriera universitaria dalle prime borse di studio fino all’attività di ricercatore; dopo il concorso sono stato per quattro anni a Bari. Allo scadere dei quattro anni sono stato chiamato alla successione del professor Saitta alla Sapienza di Roma. I miei studi hanno riguardato il cinquecento religioso, la riforma e controriforma , studi che sono stati inevitabilmente permeati da suggestioni cantimoriane. Saitta, il mio professore, era stato allievo di Cantimori alla Normale e ci aveva quindi trasmesso questo amore per Cantimori e la ricerca, poi negli ultimi anni ho seguito Galilei e mi sono occupato della cultura italiana in particolare durante il fascismo (Gentile, Cantimori).

Qual è stato l’esame più difficile o impegnativo che ha dovuto sostenere durante il suo corso di studi?
Innanzitutto quando ero studente molti esami erano biennali. Ricordo in particolare il Diritto amministrativo e il Diritto pubblico.La difficoltà maggiore era data dalla mole notevole dei testi fondamentali. Se dovessi comunque fare una classifica delle branche del sapere per quanto riguarda le mie passioni, sicuramente dopo la storia c’è il Diritto, in particolare la branca pubblicistica. L’economia sta in fondo alla classifica e naturalmente gli esami di economia, che pure ho sostenuto, diciamo pure che non mi hanno lasciato un ricordo entusiasmante. Anche se oggi, in verità, in commissione di laurea le tesi di diritto ed economia suscitano tutto il mio interesse. Penso infatti, come ho detto in diverse occasioni, che un professore non è tanto colui che insegna ma colui che non smette mai di imparare. Quindi si può senz’altro dire che il mio atteggiamento nei confronti del sapere è quello di colui che desidera imparare sempre e proprio questa forma mentis vorrei che fosse trasmessa ai miei studenti.

Quali consigli si sente di poter dare agli studenti che si accostano allo studio della sua materia?
Consiglio di non avere alcuna paura e soprattutto di stuzzicare l’interesse , la curiosità intellettuale . Basti pensare che non c’è problema politico di oggi che non abbia radici nell’età moderna. Questa facoltà, Scienze Politiche, dovrebbe stimolare i ragazzi a domandarsi il perché di tante circostanze del mondo di oggi per esempio l’Unione europea, l’Euro, le problematiche legate all’unione monetaria e a quella politica, lo Stato sociale . . . Qualsiasi problema di oggi, come dicevo, ha radici nell’età moderna. Se io riesco a interessare i ragazzi, a colpire la loro sensibilità politica, allora riuscirò a non far pesare lo studio della storia moderna .

Ci sono facilitazioni per i frequentanti ?
Non posso farmi strumento di discriminazione, quindi non ci sono facilitazioni in senso stretto. Piuttosto sono a disposizione per chi non può frequentare a causa di problemi di lavoro o perché è residente fuori provincia. Lo studente che frequenta ha comunque già il vantaggio di avere qualche elemento in più rispetto agli altri perché le lezioni non sono una semplice rilettura del manuale.

Quale è a suo avviso la parte più difficile, quella in cui gli studenti riscontrano maggiori difficoltà?
Secondo una statistica approssimativa direi la pane delle relazioni internazionali nell’età moderna. Paradossalmente le vicende di natura storico teologica (riforma-controriforma) sono seguite abbastanza bene, laddove invece si tratta di dare dei quadri di riferimento in ambito internazionale (guerre di successione, guerra dei sette anni) ci sono alcune difficoltà. Mi accorgo che da pane dello studente avviene un calo di tensione intellettuale. Al contrario avvenimenti come l’illuminismo, la rivoluzione francese hanno ancora oggi elementi che scatenano una vena passionale. Probabilmente una guerra di successione essendo una guerra dinastica non suscita un interesse spiccato nello studente. Bisogna quindi avere pazienza e da pane mia prometto di essere indulgente .

Ama il calcio, qual è la sua squadra del cuore?
Si amo il calcio e tifo per la Roma.Non vado però allo stadio. Andavo quando ero studente universitario anzi ero membro della squadra di calcio della facoltà. Partecipavo ai tornei interfacoltà nel ruolo di mezz’ala sinistra. Adesso ovviamente non gioco più. Pratico però il nuoto.

I suoi hobbies?
I miei hobbies sono di natura libresca. Amo leggere non solo libri di storia ma anche di narrativa.

C’è un libro che ricorda con particolare piacere?
Io amo molto Sciascia. Ho letto e divorato 1 suoi libri . Seguo con interesse la narrativa contemporanea, in particolare Sergio Maldini con «La casa a Nord Est’ . Maldini è morto recentemente e da poco ho letto «I sognatori» che è stato ristampato dopo la sua scomparsa ma che rivela un Maldini acerbo. Trovo invece i suoi ultimi scritti splendidi.

Un’altra curiosità: qual’è il suo piatto preferito?
Il risotto ai funghi. Piatto non tipico della cucina romana. In effetti io non amo molto Roma. Il suo caos, le sue innumerevoli forme di inciviltà, una scarsa educazione civica etc. Il mio sogno è quello di rifugiarmi un giorno in una baita di montagna. Sotto metri di neve in solitaria.

Redazione Universinet Magazine
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