Fondi statali per regalare pistole e pallottole agli insegnanti USA

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Corriere – Nell’America dei 300 milioni di armi nelle case della gente e dei frequenti massacri che stanno riportando il Paese ai tempi del West selvaggio, anche l’acquisto di pistole e fucili da distribuire tra maestri e professori delle scuole può essere fatto passare per un modo appropriato di usare fondi federali istituiti per sostenere il progresso accademico degli studenti. È quello che sembra pensare Betsy DeVos, la plenipotenziaria di Trump per la scuola: il ministro dell’Istruzione in passato aveva assicurato che le iniziative del governo per migliorare la sicurezza di scuole e campus universitari non includevano la distribuzione di armi da fuoco ai docenti, ma ora pare averci ripensato. La DeVos sta, infatti, pensando di consentire ai singoli stati dell’Unione che desiderano farlo di armare i loro insegnanti e di pagare armi e addestramento usando fondi federali. Una possibilità che fin qui sembrava esclusa, anche perché mesi fa il Congresso aveva approvato, con un accordo bipartisan, una legge per addestrare studenti ed educatori a percepire in anticipo situazioni che potrebbero sfociare in atti violenti: una norma che esclude l’acquisto di armi. Erano i giorni drammatici delle stragi nella scuola di Parkland, in Florida e al liceo Santa Fe, in Texas. L’America era scossa dalle manifestazioni degli studenti che chiedevano più sicurezza, ma senza armare le scuole. La pressione della Nra, la lobby delle armi, per distribuire fucili e pistole negli istituti è rimasta, però, forte. E alla fine i tecnici del ministero si sono accorti che un altro fondo di un miliardo di dollari, lo Student Support and Academic Enrichment Grant, non proibisce esplicitamente l’uso del denaro pubblico per l’acquisto di armi. Il fondo era stato istituito per aiutare le scuole più povere del Paese ad aiutare i ragazzi migliorando le strutture accademiche, soprattutto quelle tecnologiche per l’alfabetizzazione digitale. Cambio di rotta: meno chip, più pallottole.

Redazione Universinet Magazine
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