giovanni soldini:un navigatore solitario

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Continua la nostra intervista con Giovanni Soldini che ci parla delle sue giornate in barca, della sua prima nave, della scelta di vivere in Liguria…
LE GIORNATE DA
SOLO SULLA BARCA

“Passavo le giornate cercando di andar veloce e di non fare troppe stronzate. In barca a vela non si va veloci perché ci si muove tanto, ma perché si fanno le scelte giuste, perché rimani lucido. Devi studiare molta meteorologia, capire dove sono gli altri, perché vanno in una direzione invece che in un’altra. E’ una questione di equilibrio…..Tirare su e giù le vele, predisporre gli strumenti per ricevere le carte metereologiche, aggiustare quello che si rompe, cucinarti qualcosa: alla fine non resta molto tempo per fare altro. Quando tutto va bene e non hai molto altro da fare dormi”.
LA COSTRUZIONE DI “STUPEFACENTE”
“A un certo punto ho deciso di costruirmi una barca, ma non avevo una lira, né armatori che mi aiutassero e avevo due problemi: come fare la barca e come finanziarla. Così ho costituito un’associazione sportiva e sono andato da tutti i miei ex armatori, da tutta la gente che conoscevo, persino direttori di giornali di nautica…. In questo modo ho trovato 48 persone che si sono fatti soci ed hanno finanziato la costruzione. Io però non volevo semplicemente costruire una barca, volevo allargare un po’ il campo d’azione, cercare di fare qualcosa di più. Così, da subito, ho cercato prima dei contatti con il comune di Genova, che aveva un programma per il recupero dei tossicodipendenti, ma la cosa andava troppo per le lunghe. Dopo due mesi mi son cascate le palle…… Finalmente a Natale ho incontrato un mio vecchio compagno delle elementari che aveva avuto dei grossi problemi – si era fatto un sacco di pere per intenderci – e lavorava all’interno di una comunità (la comunità Saman di Latina, ndr). Gli ho buttato lì l’idea, gli è piaciuta, ne ha parlato con il capo della comunità e così abbiamo concordato. Mi hanno messo a disposizione un capannone. Nessuno lì aveva mai visto una barca. Con altri quattro amici miei, abbiamo messo a posto il capannone e abbiamo cercato di coinvolgere i ragazzi della comunità, che all’inizio erano decisamente perplessi. Ed è stato bello. “Stupefacente” è diventata la barca di tutti, non la mia barca”.
LA SCELTA DI
VIVERE IN LIGURIA

“Ho scelto di vivere in Liguria perché va molto bene dal punto di vista operativo e perché sei vicino a Milano, Firenze, Roma…. Io poi non vivo in Liguria, vivo a La Spezia che è Liguria ma anche Toscana ed è una città che fino ieri era una città industriale ed oggi sta pensando di cambiare strada. Ed era ora, visto che è una delle più belle baie del Mediterraneo ed è stata rovinata da qualche deficiente che ha pensato di metterci dentro fabbriche gigantesche, che la inquinano. E’ una delle città più inquinate d’Italia. Dovrebbe invece puntare sul turismo…..comunque, come dicevo, essendo ancora una città industriale trovi persone molto qualificate a prezzi industriali e non a prezzi nautici. Cosa che va benissimo per costruire una barca da corsa”.

Se vuoi leggere la prima parte dell'intervista a Giovanni Soldini

Sito ufficiale di Giovanni Soldini

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