kevin kelly:noi e la new economy

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Kevin Kelly, il direttore di Wired rivista o­nline sugli scenari di Internet ci parla di Internet e dei nuovi sviluppi della New Economy


Kevin Kelly, è il direttore editoriale di “wired”, rivista offline ed o­nline sugli scenari dell’era Internet.



Per molti è un “guru”, cioè una persona che siede sulla frontiera, un po’ più in alto dei suoi ascoltatori, un uomo che cerca di sbirciare oltre la siepe del futuro, un inguaribile curioso della vita, degli uomini e del futuro.



Vediamo quale sono le sue opinioni su Internet e sulla New economy…


La tecnologia: vorrei parlare dell'impossibile, una delle cose che la tecnologia ci insegna è credere all'impossibile. Credo che a questo si stia arrivando, alle cose impossibili.

A settembre, ad esempio, le Torri Gemelle, sembrava impossibile e invece è successo, la penetrazione era impossibile e invece è avvenuta. Dieci o venti anni fa ero seduto accanto a un uomo in un bar, che aveva una grande visione tecnologica: mi parlava di un progetto al quale stava lavorando, collegare una parola in un documento a un'altra in un altro documento via computer; mi ha detto cosa significava, più andava avanti e più mi sembrava impossibile. Diceva che un giorno avremmo avuto tutte queste informazioni sullo schermo e avremmo avuto tutti i libri del mondo, tutte le cartine del mondo, in tempo reale, le notizie di borsa. Adesso siamo in questo mondo, ed è gratis.

A questo punto, voglio parlare di quello che arriverà: penserete che sarà impossibile, ma queste cose impossibili avverranno, anche se possono sembrare impossibiliadesso. Yahoo era impossibile, sembrava impossibile oggi il suo business è una realtà.


Dove è finita la new-economy?


Negli ultimi due anni vi è stata l'euforia per la nuova economia che avrebbe cambiato tutto. Che cos'è avvenuto alla new economy, dove sono finite queste grandi speranze?
Wired, la rivista in cui lavoro, si è avviata nel '92, nel bel mezzo di una recessione; era un momento pessimo per avviare una rivista. Però, le cose possono cambiare rapidamente, ci sono persone che dicono che siamo sull'orlo di un nuovo boom, quindi non è impossibile riuscire ad avere successo anche oggi.


Cos'è avvenuto alla new economy? New economy non vuol dire avere più computer o gadgets multimediali, non è questo.

La new economy non sono le imprese o­n line, le mitiche start-up che cominciano dal nulla, non si tratta di questo mercato, del mercato azionario, non è questa la new economy; non è la tecnologia, non è la California, la Silicon Valley.

La New Economy è il fatto che chip e memorie entreranno in tutti gli oggetti che ci circondano; un chip anche qui dentro nella mia penna, in un qualsiasi oggetto che può essere utilizzato e poi buttato via, in ogni paio di scarpe, praticamente in un qualsiasi oggetto.


New Economy e Globalizzazione

La new economy è globale, la globalizzazione, il globalismo è parte della new economy. E tutte queste cose sono collegate, la gente è collegata tramite le reti di comunicazione. La new economy è legata a questa economia e sta andando avanti, non si è fermata, la recessione e il disastro delle Twin Towers non potranno bloccarla. Ci saranno fallimenti, cose che non funzioneranno, destabilizzazioni, problemi in borsa, ci saranno tutte queste cose che dovremo imparare a valutare. Ma la new economy sta ancora crescendo.


Le cifre del fenomeno: la rete è un bebè

Parliamo un po' di cifre. La rete ha cambiato tutto, ma è ancora nella culla: non ha più di 3.000 giorni e in questi primi 3.000 giomi sono state costruite 2 miliardi di pagine web. Ricordando quello che avveniva cinque anni fa, potremmo dire: com'era possibile? Chi pagherà queste 2 miliardi di pagine, da`dove verranno i capitali? Cinque milioni di siti web, 600 miliardi di e-mail l'anno soltanto negli Stati Uniti, 8 miliardi di e-mail al giorno nel mondo; anche solo cinque anni a ciò sarebbe stato impossibile, non l'avremmo immaginato e continua ad andare avanti, perché questi numeri, queste cifre si raddoppiano ogni anno, non si fermano mai; non sappiamo dove andremo ma per certo ci saranno dei cambiamenti. Io credo che addirittura la rete è sottovalutata, ci saranno cambiamenti, anche se non sono quelli di cui tutti parlano oggi.

Avete sentito del cd.crollo delle dot.com?

Il 92% ancora funziona, i fallimenti riguardano solo l'8%. Quello che sta avvenendo è che c'è una prima o­ndata, l'effetto di una prima o­ndata di tecnologia: c'erano le grandi società che si sarebbero mosse lentamente sono arrivate lestart-up una sorta di motoscafi, in un certo senso queste piccole società, che cavalcano l'ondata tecnologica molto velocemente cercando di arrivare prime sui mercati
E queste praticamente erano le dot coms, era chiaro che ci sarebbe stata l'onda lunga, che avrebbe selezionato le più innovative.

Ma adesso vediamo che c'è un'altra o­ndata ancora più grande che seguirà, che addirittura sommergerà quella precedente.



La prima o­ndata di tecnologia si basava sul fare le cose meglio; si trattava di fare le cose solite, cioè vendere ai clienti, fare pubblicità molto più rapidamente, più efficientemente, in modo più diffuso, istantaneamente, 24 ore su 24. E questo certamente ha inciso ed ha fatto una differenza, ma non una differenza sufficientemente evidente.

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