masciari: contro la camorra la scorta degli studenti

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UNIVERSINET.it – Roberto Laddaga e Davide Mattiello, due ragazzi, studenti qualsiasi, stanno accompagnando Giuseppe Masciari, un testimone di giustizia (attenzione: non un pentito, ma un onestissimo imprenditore calabrese ribellatosi contro il pizzo) nel suo viaggio dalla località in cui lo Stato lo ha posto, di fatto, al confino per undici anni, senza assicurargli, secondo quanto denunciato, nessuna reale protezione, verso la sua terra natale, la Calabria.

Chiede sicurezza per se e per i suoi familiari, e che gli sia consentito di tornare a svolgere la sua attività, come la legge prevede.
Quanta più gente conosce questa storia, tanto meno rischioso sarà il viaggio nel buio di Giuseppe, Roberto e Davide.

Sono un imprenditore calabrese che non si è piegato al racket, che ha denunciato, fatto arrestare e condannare decine di appartenenti al sistema `ndranghetista con le sue collusione all'interno delle Istituzioni. Inserito nel Programma Speciale di Protezione a partire dal 17 Ottobre 1997, portato via dalla Calabria e da allora sprofondato in un tunnel senza via d'uscita: in questi 11 anni non si contano i comportamenti omissivi tenuti dalle Istituzioni preposte alla mia protezione, contrari alla legge e prima ancora alla dignità della persona. Abbandonato al mio destino insieme con la mia famiglia, isolati, esiliati dalla propria terra, privati delle imprese edili e del proprio lavoro (mia moglie è un medico-odontoiatra).

Prima mi hanno tolto il pane, poi mi hanno tolto la libertà, infine la speranza.

Dopo 11 lunghi anni di attesa e di fiducia nelle Istituzioni oggi devo ammettere che non ci sono le condizioni perché la mia famiglia continui a restare ancora in Italia considerando la situazione di abbandono e l'assenza dei settori preposti alla protezione, che sarebbe dovuta avvenire in modo vigile e costante nella località (per così dire) protetta.

La conclusione è che mi ritrovo facile bersaglio insieme alla mia famiglia della vendetta mafiosa, nell'allarmante contesto di 'ndrangheta, acceso e dilagante.

Pertanto chiedo formalmente al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro dell'Interno Giuliano Amato e al Viceministro dell'Interno Marco Minniti con delega alla Commissione Centrale ex art. 10 L. 82/91 di risolvere tempestivamente prima della consultazione elettorale la mia annosa vicenda, garantendo il diritto al lavoro e la sicurezza presente e futura per me e la mia famiglia.

Redazione Universinet Magazine
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