Riforma Gelmini vista da Destra e da Sinistra

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UniversiNet.it – Riforma Gelmini o Decreto Gelmini? Perchè la destra e la sinistra in Italia non riescono neppure a mettersi d’accordo sul nome, Riforma per i ds, Decreto per Forza Italia. La Riforma/Decreto Gelmini cmq si presta a varie interpretazioni, proviamo a mettere a confronto quelle della Sinistra Universitaria e di Silvio berlusconi. A Voi il giudizio, commentate sul Forum alla fine dell’articolo.

 Decreto Gelmini vista da Destra
 Riforma Gelmini vista da  Sinistra

Per Silvio Berlusconi, Quello del ministro Gelmini è «un semplice decreto, non una riforma» spiega il premier, assicurando che non ci saranno tagli alla scuola e che anzi gli stipendi degli insegnati più meritevoli saranno aumentati di 7mila euro l’anno: «Non faremo nessun taglio alla scuola pubblica, il nostro provvedimento è a lungo periodo ed estenderà i suoi effetti in tre anni». In merito al progetto di classi separate per gli stranieri, Berlusconi chiarisce che è un provvedimento dettato «non dal razzismo, ma dal buonsenso».

Un’altra falsità che si dice è che vogliamo chiudere le scuole – ha aggiunto il premier -. Non è vero, noi pensiamo a una razionalizzazione del personale, cosa prevista anche dal governo di centrosinistra. Per le comunità montane abbiamo previsto che un preside e un segretario possano occuparsi di due o più scuole con meno di 50 alunni». Poi Berlusconi riprende la Gelmini: «Ti sei sbagliata, non è maestro unico ma prevalente. È affiancato dall’insegnante di lingua straniera, religione e di informatica».

21 ALUNNI PER CLASSE – Considerando una media di 21 alunni per classe, in cinque anni riusciremo ad avere quasi 6mila classi in più di tempo pieno. Non solo non c’e alcuna riduzione del tempo pieno ma è lapalissiano che passando da più insegnanti a uno possiamo avere più docenti da utilizzare nel tempo pieno e quindi si possono aumentare del 50% la classi che possono usufruirne».
Stoccata finale al mondo della carta stampata e telegiornali: «Portate i miei saluti e quelli del ministro Gelmini ai vostri direttori e dite che saremo molto indignati se non sarà pubblicato nulla di questa conferenza stampa, si sta facendo una cattiva informazione».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il nuovo governo, approfittando dell’estate, ha approvato il 25 giugno 2008 con la fiducia un decreto (poi *legge 133* http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm) che modifica profondamente la struttura dell’università :

1. Ci sarà un *taglio di 500 milioni* di euro in 3 anni alle università, e poi oltre 400 milioni ogni anno (Art. 66 comma 13). Per alcuni atenei questo potrebbe significare la *chiusura*.
Altrimenti:
2. Con il nuovo decreto le università pubbliche potranno scegliere se diventare *fondazioni private* o meno (Art. 16).
3. Ci saranno anche notevoli limitazioni alle nuove assunzioni (20% dei posti liberati per i primi 3 anni) (Art. 66).

PERCHE’ DOVREBBERO DIVENTARE FONDAZIONI PRIVATE?

4.Per riuscire a finanziarsi *aumentando le tasse agli studenti*, che non avrebbero più un limite di legge. Le tasse infatti potrebbero aumentare a dismisura, anche raggiungendo i 6-7000 euro l’anno, sul modello delle università americane.
Inoltre le fondazioni verrebbero finanziate da *enti privati*, come ad esempio le industrie farmaceutiche (forse le sole a poterselo permettere), e tali enti finirebbero per tagliare le gambe a tutti quei settori universitari e di ricerca che non rientrano nei loro interessi.
Ma soprattutto sarebbero le *ricerche* a venir danneggiate pesantemente,non più spinte dal puro interesse culturale e sociale, ma dai fondi messi a disposizione e dalle commissioni dirette degli enti stessi!!

E IL FUTURO?

5. Università di serie A e di serie B in base alle *disponibilità economiche* degli studenti, quindi titoli di studio dal differente peso e possibile perdita del valore legale di questi. I collettivi dei vari atenei organizzeranno assemblee per approfondire le conseguenze dei cambiamenti in atto, portati avanti da *governi sia di destra che di sinistra* di anno in anno, che minacciano quella che DOVREBBE ESSERE una UNIVERSITA’ LIBERA PUBBLICA E DI MASSA.
Gli studenti, i ricercatori e i professori si stanno già muovendo e i corsi quest’anno non partono per protesta, ma un problema così grave é ancora poco conosciuto.
Infatti *il problema più grave é che nessuno sa niente, i media non ne hanno parlato*, se non per screditare a titolo di *minoranza* chiunque abbia protestato contro questo assurdo disegno di legge!

 

Redazione Universinet Magazine
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