cinema: il ritorno di terminator

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Un cyborg in giacca di pelle nera, stivali e occhiali da sole. Dopo quasi 10 anni torna sul grande schermo il fenomeno cinematografico Terminator.
Un cyborg in giacca di pelle nera, stivali e occhiali da sole. Dopo quasi 10 anni torna sul grande schermo il fenomeno cinematografico Terminator e il terzo episodio della saga ha tutte le caratteristiche di un nuovo film cult.
Regista della pellicola è Jonathan Mostow, che ha deciso di ambientare le scene nella Los Angeles contemporanea. Mescolando suspense e comicità, ingredienti tipici dei vecchi episodi, “Terminator 3: le macchine ribelli” (questo il titolo completo) punta su una sceneggiatura ricca di colpi di sceni e riferimenti per gli amanti del genere. In Terminator 2 avevamo lasciato il personaggio di John Connor nelle mani del cyborg Arnold Schwarzenneger, che lo aiutò a scampare a due tentativi di omicidio e alla distruzione del mondo organizzata dal malvagio Skynet. Per il terzo episodio gli sceneggiatori Mike Ferris e John Brancato hanno deciso contrapporre l’obsoleto modello di automa intepretato da Schwarzenneger al sofisticatissimo robot T-X (Kristanna Loken), un endoscheletro in lega rivestito di metallo liquido con le fattezze di una bellissima donna. T-X, oltre a possedere una futuristica mitragliatrice al plasma, è anche capace di controllare le altre macchine e di cambiare aspetto. Per il suo ruolo è stata scelta la quasi sconosciuta attrice Kristanna Loken , che durante i provini si è dimostrata in grado di muoversi con naturalezza come un robot, soddisfando così i requisiti fisici ed emotivi del suo ruolo.

Per intepretare il personaggio di Connor, che ormai vive in incognito, turbato dall’idea che il pericolo possa tornare a sconvolgere la sua vita, il regista ha scelto l’attore Nick Stahl , che nel film si innamorerà di un personaggio nuovo, la tranquilla veterinaria Kate Brewster.
Come negli altri episodi, Arnold Schwarzenneger ha deciso di realizzare personalmente la maggior parte delle scene acrobatiche e ciò lo ha indotto ad allenarsi dalle tre alle cinque ore al giorno. Nonostante ciò, per alcune scene eccessivamente pericolose la produzione ha deciso di utilizzare dei robot in scala reale identici ai protagonisti. A realizzare questi perfetti autonomi è stato il mago dei trucchi e dell’animazione elettronica Stan Winston , il quale precisa che “in Terminator 3 è stata sviluppata una tecnologia robotica che in termini di controlli dei movimenti è superiore persino alla Nasa”.
Laura Mari

Redazione Universinet Magazine
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