UniversiNet – Immaginate di promettere un “accesso equo” a Medicina, abolire il test d’ingresso e aprire le porte a tutti con un “semestre filtro” pensato per democratizzare l’università. Poi, dopo mesi di annunci ministeriali e illusioni, scopri che l’85-90% degli studenti – quasi 50.000 aspiranti medici – viene travolto da esami progettati come trappole, con Fisica e Biologia trasformate in boomerang letali. Non è un semplice errore di rodaggio: è un fallimento clamoroso delle università italiane, incapaci di insegnare le stesse basi scientifiche che pretendono di valutare. Se su 10 ne bocciano 9, il vero respinto è l’ateneo stesso, insieme ai docenti, profumatamente pagati con fondi pubblici e oggi incapaci di svolgere la loro funzione primaria. A rendere tutto più amaro, le rivelazioni degli studenti ammessi: molti confessano di aver pagato fino a 1.000 euro al mese in corsi privati preparatori. Una dinamica che svela una truffa sociale dai tratti aristocratici, dove solo chi può permetterselo sopravvive al sistema. Basta ipocrisie: questa riforma è un disastro, e o si interviene o il sistema sanitario perderà un’intera generazione di medici.
Il Semestre Filtro: Una Riforma Venduta come Rivoluzione, Finita in Farsa
La novità del 2025, introdotta dal D.Lgs. n. 71 del 15 maggio e dal DM 431 del 20 giugno, veniva definita una svolta epocale: abolizione del test unico nazionale, accesso libero e sei mesi aperti a tutti, circa 64.000 iscritti complessivi, di cui 54.000 a Medicina. Gli studenti avrebbero sostenuto tre esami fondamentali – Chimica, Fisica, Biologia – per stilare una graduatoria nazionale e assegnare i circa 14.000 posti disponibili. Una riforma venduta come semplice, inclusiva e meritocratica, con numeri monumentali: La Sapienza a 4.800 iscritti, Federico II a 3.100.
La realtà emersa dal primo appello del 20 novembre, secondo i report dei maggiori quotidiani italiani, è però un massacro accademico: solo il 10-15% degli studenti supera tutti e tre gli esami, con picchi negativi come il 12% alla Statale di Milano e il 15,5% a Pavia. Circa 11.000 hanno passato almeno due prove, ma per accedere al secondo semestre serve il tris, e qui il sistema collassa. Il secondo appello del 10 dicembre rischia di non colmare il vuoto: se i promossi totali resteranno inferiori ai posti disponibili, assisteremo a aule semivuote e a migliaia di famiglie illuse. La FLC CGIL denuncia: “Le università sapevano che era follia, sovraffollamento e qualità zero”.
Università Bocciate: L’Incapacità Cronica di Insegnare Fisica e Biologia – Il Vero Scandalo
Il semestre filtro avrebbe dovuto essere un ponte gentile, un allineamento delle competenze di partenza. Si è trasformato invece in un tritacarne: Fisica è l’incubo nazionale, con solo il 10-12% di promossi (Milano 12%, Bicocca 17%), mentre Biologia e Chimica non superano il 20-30%. La preside di Medicina a Pavia lo ammette apertamente: “Insegnare a 1.000 studenti è diverso da 300. Siamo dispiaciuti, ma impreparati”.
Aule da 50 posti riempite con 1.000 persone, lezioni ibride di qualità scadente, docenti sovraccarichi incapaci di seguire gli studenti: un quadro che, più che riformare, ha svelato la fragilità strutturale dell’università italiana. Se 9 studenti su 10 falliscono, la colpa non è degli studenti, ma del sistema che non riesce a fornire insegnamento, supporto, metodo e laboratori. Fisica e Biologia non sono discipline esoteriche: sono fondamentali per un medico che deve comprendere corpo, materiali, reazioni, forze. Eppure, molti docenti insegnano con slide vecchie di anni, programmi vaghi e un approccio teorico oppressivo, senza esempi clinici o applicazioni reali. Non stupisce che il 48% degli aspiranti bocci la riforma, preferendo il vecchio test: almeno non vendeva un’illusione di equità.
Docenti da Cacciare: Se Non Insegnano, Fuori – Niente Scuse
Se un’università nella stessa materia base boccia l’88-90% degli studenti, il problema non è la materia: è chi la insegna. I docenti, retribuiti con stipendi pubblici tra 3.000 e 5.000 euro al mese, dovrebbero formare futuri clinici, non trasformare un semestre in un labirinto punitivo. Serve una svolta radicale: audit nazionali immediati sui docenti di Fisica, Biologia e Chimica, con sostituzione obbligatoria per chi non raggiunge almeno il 50% di idoneità media nel periodo 2023-2025. L’anzianità non può più essere uno scudo. Il MUR deve legare i finanziamenti alla qualità didattica: l’alternativa è la complicità in uno spreco gigantesco. Solo in contributi da 250 euro, la riforma ha bruciato oltre 16 milioni in un semestre fallimentare.
Il Vergognoso Segreto dei Privati: 1000€/Mese per “Confessioni” di Ammessi – Una Truffa per Ricchi
Mentre il sistema universitario implode, i veri vincitori sono i corsi privati, un business milionario che vende speranza a peso d’oro. Pacchetti da 2.000-3.000 euro (Alpha Test Premium), abbonamenti da 187€/mese fino a 1.000€ (MedCampus), corsi personalizzati da 2.600€ (Cordua/Unid) e full-package da 10.000€ (Testbusters).
Gli studenti ammessi lo dicono chiaramente: “Senza il corso privato non ce l’avrei fatta. A lezione non si capiva nulla, lì me l’hanno spiegato come ai bambini.” Una testimonianza che fotografa la deriva: non è una selezione meritocratica, è una selezione economica. Il semestre filtro doveva annullare le disuguaglianze; invece le amplifica, creando un sistema dove chi ha soldi vola, chi non li ha affonda. È una distorsione etica e sociale che il MUR continua a ignorare, mentre si moltiplicano ricorsi e proteste studentesche.
Basta Illusioni: Riforma o Rottamazione – Il Sistema Sanitario Non Può Aspettare
Il semestre filtro non è una riforma: è un bluff che ha messo in luce le crepe più profonde dell’università italiana. Docenti obsoleti, strutture inadeguate, lezioni inefficaci, sovraffollamento ingestibile. Se il 90% viene bocciato, l’università è il vero bocciato. Servono sostituzioni, valutazioni pubbliche, docenti formati a insegnare davvero. E serve un intervento deciso sui privati, che lucrano su un diritto fondamentale: o li si regola severamente o si accetta che l’accesso a Medicina diventi un privilegio di censo.
Se non cambiamo rotta, nel 2026 assisteremo allo stesso disastro: migliaia di giovani che abbandonano, altri che emigrano, e un sistema sanitario che perde energie preziose. Studenti, manifestate. Politici, agite. L’Italia non può permettersi questa farsa.



