Secondo Mega Errore: Statua Greca scambiata per Romana

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UniversiNet.it – Dopo la richiesta di commentare la figura della donna in una poesia di Montale dedicata ad un uomo, un altro clamoroso errore nelle tracce. Ecco il secondo errore segnalato da diversi maturandi ad UniversiNet.it e dalla redazione di Step 1 della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’università di Catania: Un originale perduto scambiato con la sua copia, l’Asia Minore confusa con Roma, un sovrano ellenistico del terzo secolo avanti Cristo che diventa contemporaneo di Asterix e Obelix. L’errore riguarda il secondo dei compiti proposti agli studenti per la maturità: quello intitolato «La percezione dello straniero nella letteratura e nell’arte». A pagina quattro compare una piccola foto della statua del «Galata morente», accompagnata da una breve nota (che, errore a parte, sembra presa da un sito Internet realizzato dieci anni fa dagli studenti di un Liceo bolognese): «è una scultura romana del I secolo a.C., che raffigura un soldato galata morente. Il guerriero, straniero ai Romani, è colto in punto di morte mentre il corpo si accascia sullo scudo, con il quale i Celti si opponevano al nemico celando il corpo nudo. Dallo scudo si staglia il combattente con il torso flesso e ruotato verso destra a far risaltare l’incisione della ferita».
Dov’è lo sbaglio? Semplice. La statua di marmo ritratta nella foto è effettivamente romana, ed è stata effettivamente realizzata nel I secolo a.C. Peccato che gli autori del compito dimentichino di dire che questa scultura è solo una copia di un originale (probabilmente di bronzo) che risale al terzo secolo avanti Cristo, che fu realizzato in un’antica città dell’Asia Minore e che celebrava un sovrano ellenistico. Quasi come dire che l’Iliade è un poema torinese del 2005, per il semplice fatto che io lo leggo nell’ultima edizione Einaudi.
Non ci vuol molto a scovare l’errore: può accorgersene anche un profano, con una semplicissima ricerca su Internet. Citiamo da Wikipedia: «Il Galata morente è una copia romana marmorea di una scultura ellenistica, forse realizzata in bronzo. L’opera fu commissionata tra il 230 a.C. e il 220 da Attalo I di Pergamo per celebrare la sua vittoria contro i Galati. Non si conosce esattamente l’identità dell’artista che realizzò l’opera: si ritiene si tratti di Epigono, lo scultore di corte della dinastia dei sovrani di Pergamo». Del tutto fuori luogo, dunque, il riferimento al fatto che il guerriero raffigurato nella statua fosse «straniero ai Romani». I Romani, con la guerra in cui morì questo galata, non c’entrano un bel niente. E la popolazione celtica cui appartiene il soldato ritratto dallo scultore non è certo la stessa con cui, nel I secolo a.C., si scontrarono le legioni di Giulio Cesare.

Approfondisci su: Step1 il mensile web della facoltà di Lingue e Letteratura dell’Università di Catania

Redazione Universinet Magazine
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