superare psicometria

Share

Abbiamo intervistato la professoressa Areni, docente alla facoltà di Psicologia della Sapienza, per avere informazioni su uno dei primi esami che gli aspiranti psicologi si trovano ad affrontare.


Come consiglierebbe agli studenti di affrontare lo studio di questa materia?
E' fondamentale, per ottenere una preparazione adeguata ed efficace, un approccio pratico. Ciò significa associare allo studio teorico di ogni concetto l'esercitazione corrispondente in modo da verificarne immediatamente la comprensione e l'uso pratico.



Secondo lei, le difficoltà che molti incontrano nello studio della psicometria a cosa sono dovute?
Senza dubbio certe cose sono riconducibili a lacune che gli studenti si portano dietro dalla scuola superiore, in alcuni casi già lo sviluppo di un binomio può spaventare.
In realtà, poi, in questo insegnamento c'è molta meno matematica di quanto si creda. Lo studio delle formule non è fine a se stesso. Piuttosto ci si serve della statistica come strumento in funzione dell'uso che se ne fa in psicologia. E' importante capire il ruolo che ha la statistica nella ricerca e nella pratica psicologica.


Può costituire una difficoltà il fatto che questa materia, rispetto ad altre più colloquiali, non permette in sede di esame di costruire la risposta così da nascondere alcune lacune della conoscenza.
La statistica psicometrica richiede uno studio preciso. Se non si è capito un concetto iniziale ci si porta dietro la lacuna che diventa sempre più grande e preclude la comprensione di concetti successivi. Quindi richiede una modalità di studio diversa da quella abituale.


Nel caso, comunque, di non riuscire a superare l'esame, pur avendo studiato e assimilato, non bisogna disperarsi. Non esser passati una volta non vuol dire essere negati. Infatti per molti si tratta solo di doversi confrontare direttamente con il testo del compito. Una volta compresane l'impostazione riescono a superarlo senza ulteriori difficoltà.


In facoltà sono esposti molti annunci che offrono lezioni private di statistica. Secondo lei queste possono effettivamente risultare utili?
Possono servire nel caso in cui una persona sia impossibilitata a seguire le lezioni, a fare delle esercitazioni o a rivolgersi direttamente al docente per avere delle chiarificazioni. Sarebbe importante, però, che la persona alla quale ci si rivolge sia dell'ambiente psicologico. Questo per evitare che un laureato in scienze statistiche, in matematica o in economia si dilunghi su nozioni troppo specifiche trascurando, invece, la loro applicazione in ambito psicometrico.

Quali sono gli argomenti sui quali gli studenti dovrebbero insistere di più?
L'obiettivo del corso non è quello di far imparare delle formule a memoria. Tanto è vero che queste, in sede di esame, possono essere consultate sul manuale. L'obiettivo è, invece, quello di insegnare come usarle, quando usare un test piuttosto che un altro e come leggerne i risultati. Vorremmo mettere in grado gli studenti di capire un articolo scientifico, la descrizione di una ricerca, essendo in grado, inoltre, di considerare criticamente i dati che presenta.
In questa prospettiva risultano fondamentali: la statistica descrittiva (media, mediana, distribuzione di frequenza…) che rappresenta la base di tutto, la correlazione e regressione, il confronto delle medie, la t di student ed il chi2.









[Torna alla homepage di PSICOLOGIA PEDAGOGIA FORMAZIONE]

Redazione Universinet Magazine
Redazione Universinet Magazine
Redazione Universinet

Read more

Local News