Colombo chiusa, Eur, Roma sud, Acilia, Casalpalocco e Ostia paralizzate – cittadini ostaggi per due giorni

Share

Roma, 10 luglio 2025 – Il quartiere EUR e l’intero quadrante sud della Capitale si sono svegliati oggi completamente paralizzati. In occasione della Conferenza Internazionale sulla Ricostruzione dell’Ucraina, organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l’Unione Europea e con la partecipazione di leader e delegati da tutto il mondo, la mobilità urbana di Roma è stata sospesa di fatto per due giorni.

L’evento, ospitato presso il Centro Congressi “La Nuvola” di Massimiliano Fuksas, è certamente di primaria rilevanza geopolitica. Tuttavia, la gestione della logistica e della sicurezza, totalmente centralizzata e senza coordinamento effettivo con la vita cittadina, ha avuto conseguenze drammatiche sul traffico, sulla vita lavorativa e personale di decine di migliaia di romani.

ROMA SUD: Un’intera area urbana blindata

Roma Capitale, su indicazione di diverse autorità nazionali e di pubblica sicurezza, ha disposto imponenti misure di sicurezza, niente da ridire la sicurezza sempre prima di tutto, ma comunicate in modo frammentario e a ridosso dell’evento in modo assolutamente insufficiente senza prevedere sufficienti servizi straordinari per garantire la mobilità e libertà dei cittadini romani sempre più trattati come buoi al pascolo:

  • Via Cristoforo Colombo è stata chiusa su entrambe le carreggiate, comprese le complanari, da largo Giuseppe Pella fino al viadotto della Magliana.

  • Blocco anche da piazzale 25 marzo 1957 a viale dell’Umanesimo e da viale Africa a largo Pella, con deviazioni obbligatorie per il traffico proveniente dal centro.

  • È in vigore, fino alle 23:59 dell’11 luglio, il divieto assoluto di circolazione per mezzi pesanti e per veicoli che trasportano merci pericolose (combustibili, esplosivi, armi) all’interno di un vasto perimetro che comprende via delle Tre Fontane, viale dell’Industria, viale della Pittura, viale dell’Arte, via dell’Architettura, via del Poggio Laurentino e largo Bernacca.

  • Inoltre, dal 8 luglio sono stati imposti divieti di sosta e fermata nell’intera zona circostante la Nuvola.

Disagi gravissimi per la cittadinanza da Viale Marconi ad Ostia

Le conseguenze non si sono fatte attendere: complice anche un grvissimo incidente occorso all’alba all’altezza di ostia antica, code chilometriche lungo tutta la via del Mare, via Ostiense, viale Marconi, via della Magliana. Dalle prime ore dell’alba, centinaia di migliaia di cittadini hanno affrontato un blocco totale della mobilità urbana.

Molti hanno impiegato oltre tre ore per percorrere tragitti di pochi chilometri. Alcuni pendolari sono arrivati tardi al lavoro; altri, semplicemente, non sono riusciti a spostarsi. Le segnalazioni di disagi sono arrivate anche da ospedali, uffici pubblici, scuole e operatori sanitari.

La mancanza totale di agenti di Polizia Locale agli incroci, l’assenza di presidi informativi, cartelloni elettronici, navette o mezzi sostitutivi ha aggravato una situazione già critica. Un’organizzazione tanto imponente quanto scollegata dalla realtà urbana.

Proteste e indignazione: “Non siamo cittadini di serie B”

Le reazioni sono state immediate. Sui social, nelle chat di quartiere e nei gruppi civici, centinaia di cittadini hanno denunciato l’assoluta mancanza di comunicazione preventiva, l’abbandono istituzionale, la frustrazione per un evento gestito senza alcun riguardo per chi vive e lavora nella Capitale.

La polemica si estende anche alle imprese del territorio, che segnalano gravi danni economici legati all’impossibilità di ricevere clienti, merci e personale. Scuole dell’EUR chiuse per precauzione, ambulanze deviate e viabilità interrotta perfino per i mezzi di emergenza in alcune fasce orarie.

Molti cittadini si chiedono: come può un Governo, nel nome di un evento diplomatico, chiudere un’intera città senza garantire nemmeno i servizi minimi di gestione del traffico e dell’informazione?

Una gestione accentrata, ma non partecipata

È del tutto evidente che le responsabilità di quanto accaduto non ricadono solo su Roma Capitale, ma coinvolgono direttamente tutte le istituzioni che hanno partecipato alla redazione della struttura organizzativa del vertice. In nome della sacrosanta sicurezza e della diplomazia, è stato completamente sacrificato il principio di proporzionalità e rispetto per la vita quotidiana dei cittadini.

Un vertice internazionale può – e deve – essere un momento di prestigio per la Capitale. Ma non può diventare una prova muscolare di blindatura urbana, in cui i cittadini pagano il prezzo del protocollo diplomatico.

Il summit sulla ricostruzione dell’Ucraina è importante, certo. Ma il rispetto per i cittadini romani deve venire prima di tutto.

Redazione Universinet Magazine
Redazione Universinet Magazine
Redazione Universinet

Read more

Local News