medicina – a roma la prima facolta’ di bioetica del mondo

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Bioetica: quali i limiti della Scienza nella Medicina?

Il progresso della scienza ha bisogno del giusto equilibrio Sta per nascere a Roma la prima Facoltà di bioetica del mondo. A ottobre prenderanno infatti il via all'Ateneo pontificio Regina apostolorum le lezioni per un corso di laurea articolato in tre gradi: baccalaureato, licenza e dottorato.
La bioetica (Dal greco bíos, vita e ethicós, da êthos, costume) non è certamente una disciplina nuova. Essa esiste perché esiste il progresso delle conoscenze e perché ogni sviluppo ha bisogno di limiti e controlli per evitare il rischio che l’intervento umano possa sostituire quello di ben altra natura. Si tratta di una disciplina che cerca di dare giuste risposte a domande che, inevitabilmente, qualsiasi ricercatore, in un particolare momento del suo lavoro, si trova davanti.

Questo vale, prima di tutto, per il vastissimo campo ricoperto dalla medicina, dove il progresso sta raggiungendo livelli impensabili fino a poco tempo fa. La fecondazione artificiale o quella in vitro (chi può beneficiare di queste procedure e attraverso quali metodi?), la rianimazione dei prematuri (a quale età fetale si deve tentare a tutti i costi di salvare un prematuro e che qualità di vita gli si può assicurare o negare?), l'aborto terapeutico (quali sono le condizioni perché un medico possa proporre o negare la possibilità di questo intervento?), la terapia genica (sino a che punto si possono autorizzare le modifiche del patrimonio genetico?), l'accanimento terapeutico (sino a che limite si deve mantenere artificialmente in vita un individuo in coma dépassé?) o ancora l'eutanasia (come deve comportarsi la società di fronte a una persona molto sofferente, giunta allo stadio terminale di una malattia?).
In biologia, ad esempio, dove è altrettanto naturale interrogarsi sulla fondatezza di alcune ricerche effettuate su virus estremamente pericolosi.
In genetica, dove bisogna chiedersi quanto, e fino a che punto, sia lecito modificare artificialmente il patrimonio genetico degli organismi viventi senza essere assolutamente certi delle conseguenze che verranno. È eticamente corretto fare ricerche e manipolazioni sugli embrioni umani? Chi è il proprietario degli embrioni umani conservati nelle migliaia di laboratori che nel mondo lavorano con questi materiali? Da che età l'embrione può essere considerato un individuo e come tale godere di determinati diritti?

Tutte domande che necessitano di risposte obiettive, risposte che la bioetica dovrà dare con i modi e i tempi giusti. Esistono già molti corsi di bioetica – ha osservato il rettore della prima Facoltà di bioetica del mondo Paolo Scarafoni – ma per formare autentici specialisti occorre un vero e proprio corso di laurea che garantisca una preparazione completa e interdisciplinare in filosofia, medicina, diritto e teologia.
Numerosi i possibili sbocchi lavorativi offerti dal corso di studi: comitati di bioetica di cliniche, ospedali e centri di ricerca; università e centri di educazione media e superiore; istituzioni dedicate a studi su matrimonio e famiglia; strutture di sostegno sociale e istituzioni ecclesiastiche.



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Redazione Universinet Magazine
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