Caccia fuori legge: Procedura di infrazione UE per uso del piombo tossico per l’ambiente e gli uomini , nelle munizioni

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Bruxelles – La recente procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea contro l’Italia per il mancato rispetto degli standard di protezione degli animali e dei limiti al piombo nelle munizioni da caccia segna un momento cruciale nella discussione nazionale sull’attività venatoria. In questo contesto, la legislazione italiana sulla caccia, che attualmente fa riferimento alla legge del 1992, numero 157, è sotto esame per una possibile revisione che potrebbe allentare ulteriormente le regole per i cacciatori, nonostante le crescenti preoccupazioni ambientali e etiche.

La nuova bozza di legge, guidata dal deputato leghista Francesco Bruzzone, mira a delegare alle regioni la competenza legislativa sulla caccia, facilitando l’uso di richiami vivi e allargando le possibilità di caccia. Questo tentativo di deregolamentazione, seguito da proposte ancora più permissive come quella del senatore Bartolomeo Amidei, che suggeriva di estendere i periodi di caccia e le specie cacciabili, nonché di permettere la caccia in aree normalmente protette, ha sollevato un’ampia controversia, culminata con il ritiro della proposta dopo le festività natalizie a seguito delle forti critiche, specialmente riguardo alla questione delle licenze di caccia ai 16enni.

La procedura di infrazione dell’UE rappresenta una seria minaccia per l’Italia, non solo per le potenziali sanzioni economiche, che includono una somma forfettaria minima di circa 7 milioni di euro e una penalità giornaliera di oltre 8.500 euro per inadempienza, ma anche per l’impatto politico che potrebbe ridurre l’influenza dell’Italia nelle istituzioni europee. Questo intervento dell’UE evidenzia l’urgenza di un rinnovato impegno verso pratiche di caccia più sostenibili e rispettose degli animali, mettendo in discussione la direzione presa dalle proposte legislative attuali che sembrano ignorare le crescenti preoccupazioni per il benessere animale e la sostenibilità ambientale.

La questione solleva un dibattito più ampio sull’adeguatezza della caccia come pratica nel XXI secolo, in un’epoca in cui la sensibilità verso la conservazione della natura e la protezione degli animali è in costante aumento. La sfida per l’Italia sarà quella di bilanciare le tradizioni venatorie con le esigenze di un mondo che richiede una maggiore attenzione verso l’ambiente e i diritti degli animali, una sfida che richiede un’approfondita riflessione e un’azione decisiva per evitare ulteriori conseguenze legali e reputazionali a livello europeo.

Redazione Universinet Magazine
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