i segreti della moda all’universita’

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Roma- La moda appassiona miliardi di persone e per l'Italia costituisce anche una delle principali fonti di export, finalmente anche l'università sembra essersene accorta… Roma-Nel magico mondo del circo lustrini, frac e piume sottolineano i gesti di acrobati, clown, prestigiatori e giocolieri. Le immagini femminili raffigurate nelle antiche monete romane sono specchio della moda del momento. Guanti, binocolo, nastri per capelli, accessori immancabili nel guardaroba del romanzo moderno, rappresentano i simboli complici di avventure e relazioni pericolose. E’ anche attraverso abiti ed accessori che si comunicano infatti tradizioni e valori di mondi reali e mondi immaginari, presenti e passati.
Intorno alla moda gravita poi un universo di parole, entrate nell’uso corrente, che spesso nascondono origini impensate.

Abbiamo così scoperto in un recente convegno dal titolo Per filo e per segno, organizzato dalla cattedra di Linguistica Generale della Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, che il termine “tuta” è di provenienza futurista: fu un pittore francese nel 1919 a battezzare così questo capo, perché era tutto intero e a forma di T. La manica a raglan, invece, prende nome dal comandante britannico Sir Raglan che l'utilizzò nella propria uniforme della guerra di Crimea per nascondere la mutilazione di un braccio.

E la moda è entrata a par parte anche dell’offerta formativa universitaria. La Sapienza, per esempio, ha dedicato alla moda e al costume un’originale corso di laurea triennale interfacoltà (Lettere e Filosofia ed Economia).
Tra le materie d’insegnamento ci sono materiali preziosi (accessori o materia prima di abiti e costumi come gioielli, fili d’oro e d’argento cuciti ed intessuti in stoffe e drappeggi), design, arredamento della casa e setting degli spettacoli, gestione e valorizzazione delle dimore storiche e dei musei, produzione di video su moda e arte.
Il progetto formativo unisce la creatività degli studi umanistici con le strategia di economia aziendale. Ogni studente può preparare un piano di studio personalizzato comprensivo anche di materie più tradizionali come storia della moda e del costume, arti figurative e scritte (pittura, poesia, letteratura italiana e straniera); lingua francese, russa ed inglese; senza dimenticare tutti gli aspetti dedicati all’economia, contabilità, diritto nella produzione e nell’impresa.
Indispensabili per l’introduzione dei creativi nell’ambito aziendale, gli stages presso importanti aziende di moda legate ai comparti industriali e artigianali del tessile, dell’abbigliamento e più in generale del made in Italy.

Alessandra Bomben

Redazione Universinet Magazine
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