Il potere delle idee più forte della genetica

Condividiamo il 99.9% del nostro DNA, ma siamo pronti a combattere per quel 0.1% di diversità.

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Di Renato Reggiani

UniversiNet.it – L’umanità condivide il 99.9% del codice genetico. Siamo fratelli e sorelle in un mare di DNA, eppure è innegabile che siamo tremendamente diversi. Non parlo di colore della pelle, di tratti somatici. Parlo di idee e di tradizioni culturali, quelle stesse idee che plasmano società, politica e storia attraversando in maniera trasversale tutte le società, anche le più apparentemente diverse.

Questo è il grande paradosso dell’essere umano: condividiamo il 99.9% del nostro DNA, ma siamo pronti a combattere per quel 0.1% di diversità che, seppur non risiede nel nostro genoma, è radicato nelle profondità del nostro cervello e si riflette nelle nostre ideologie, nelle nostre convinzioni politiche, religiose, sociali. Siamo figli della stessa Madre Terra, ma portiamo bandiere diverse. C’è chi marcia sotto l’emblema della democrazia liberale, chi predilige il comunismo, chi sostiene la dittatura, chi la teocrazia. Ogni bandiera è un simbolo, un distillato delle idee che abbiamo sviluppato e che ci identificano molto più di qualunque tratto genetico.

Il potere delle idee è straordinario. Sono loro a spingerci ad agire, a sognare, a combattere. Sono le idee a definire le società, non il DNA. Ci dividono più delle differenze di pelle o di capelli, eppure, nonostante la forza che esercitano, non esistono fisicamente. Non hanno un peso, non hanno un colore, non possono essere misurate con una bilancia o viste con un microscopio. Eppure, sono più potenti di ogni arma, più taglienti di una spada, più resistenti di ogni muro.

È tempo di comprendere che l’unico modo per affrontare le diversità non è negarle, ma riconoscerle, capirle, e cercare un modo per farle convivere. Non nel senso di tolleranza, no, perché la tolleranza è una parola che porta con sé un senso di superiorità. Ma piuttosto nel senso di rispetto e di empatia. Spesso politicamente corretto è l’altra faccia della cappa di oppressione che schiaccia chi vuole pensare in maniera originale rispetto al potere emarginandolo invece di punirlo. 

Queste sono le vere linee che dividono l’umanità. Non dovremmo cercare di eliminarle, ma di capirle, perché solo così potremo costruire un mondo in cui la diversità di idee sia un valore, non una minaccia. Occorre unirsi per affrontare i problemi che minacciano l’esistenza stessa del genere umano: crisi climatica, guerre nucleari e pandemie.

Ma come possiamo farlo? Come possiamo trasformare le idee in ponti e non in muri? La diversità di idee è la linfa vitale della società e posso trovare una comunanza di idee anche con chi appartiene e popoli diversi dal mio. La diversità non è nella genetica ma è nelle idee e tradizioni delle persone. È quello che ci spinge ad evolvere, a migliorare, a superare le difficoltà. Senza diversità di idee, ci bloccheremmo in uno stato di immobilità, di stagnazione. La diversità di idee è la chiave del progresso e le società dittatoriali, le teocrazie o i regimi comunisti cercano di uniformare il pensiero e reprimono ogni tentativo di pensare in modo originale.

Questo è il futuro che immagino. Un futuro in cui l’umanità capisce che le vere differenze tra noi non risiedono nei nostri geni, ma nelle nostre idee e che bisogna imparare a condividerle per affrontare le sfide globali. Dove queste differenze non sono viste come barriere, ma come ponti verso nuove possibilità. Le idee sono potenti. Trattiamole con il rispetto che meritano.

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