Papa Francesco, le prove della falsità delle accuse

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UniversiNet.itFalse le accuse contro Papa Francesco, ecco le prove. Alcuni giornalisti hanno scambiato la sacra funzione della stampa come “cane da guardia” della libertà, con quella di ventilatore che sparge fango su tutto e tutti a prescindere. Non si spiegherebbe altrimenti il comportamento avuto con l’elezione di Papa Francesco, già Cardinal Bergoglio.

di Renato Reggiani

In pochi minuti hanno fatto il giro del mondo alcune agenzie di stampa che, senza verificare in alcun modo le fonti, o meglio indicando un libro scritto da un consulente della comunicazione per la Presidentessa dell’Argentina, quindi stipendiato da una delle parti in causa contraria a Bergoglio, avrebbe riportato dichiarazione che accusavano il Papa di complicità con la giunta militare argentina. Nessuno si è premunito di verificare cosa dicesse di quei fatti la “presunta vittima”, il gesuita Franz Jalics SJ, la fretta di sparare contro Francesco e il dimostrare che “tanto non cambia nulla” li ha portati a fare un errore che nelle prestigiose scuole di giornalismo Americane ti farebbe bocciare al primo anno. Sarebbe bastata una telefonata o anche magari, il giorno dopo leggere questo comunicato, in tedesco si ma con Google traduttore si traduce abbastanza bene, per scoprire che la “leggenda nera” di Papa Francesco che avevano raccontato aveva i piedi d’argilla.

Ecco il testo in Tedesco della dichiarazione di Padre Franz Jalics che scagiona anzi abbraccia e augura buon lavoro al Papa:
fonte: Clicca Qui

15. März 2013P. Franz Jalics SJ
Ich wünsche Papst Franziskus Gottes reichen Segen für sein Amt. 
Nach unserer Befreiung habe ich Argentinien verlassen. Erst Jahre später hatten wir die Gelegenheit mit P. Bergoglio, der inzwischen zum Erzbischof von Buenos Aires ernannt worden war, die Geschehnisse zu besprechen. Danach haben wir gemeinsam öffentlich Messe gefeiert und wir haben uns feierlich umarmt. Ich bin mit den Geschehnissen versöhnt und betrachte sie meinerseits als abgeschlossen.
In der damaligen bürgerkriegsähnlichen Situation wurden von der Militärjunta binnen ein bis zwei Jahren ungefähr 30.000 Menschen, linksgerichtete Guerillas wie auch unschuldige Zivilisten, umgebracht. Wir zwei im Elendsviertel hatten weder mit der Junta noch mit den Guerilla Kontakt. Durch den damaligen Informationsmangel bedingt und durch gezielte Fehlinformationen war jedoch unsere Lage auch innerkirchlich missverständlich. In dieser Zeit haben wir die Verbindung zu einem unserer Laienmitarbeiter verloren, als die Person sich den Guerillas angeschlossen hatte. Nachdem er neun Monate später von den Soldaten der Junta gefangengenommen und verhört wurde, haben diese erfahren, dass er mit uns in Verbindung stand. In der Annahme, dass auch wir mit den Guerilla zu tun haben, wurden wir verhaftet. Nach einem fünftägigen Verhör hat uns der Offizier, der die Befragung geleitet hat, mit diesen Worten entlassen: „Patres, Sie hatten keine Schuld. Ich werde dafür sorgen, dass Sie ins Armenviertel zurückkehren können.“ Dieser Zusage zum Trotz wurden wir dann, auf eine für uns unerklärliche Weise fünf Monate lang mit verbundenen Augen und gefesselt in Haft gehalten. Ich kann keine Stellung zur Rolle von P. Bergoglio in diesen Vorgängen nehmen
Seit 1957 lebte ich in Buenos Aires. Im Jahre 1974, vom inneren Wunsch bewegt das Evangelium zu leben und auf die schreckliche Armut aufmerksam zu machen, und mit der Erlaubnis von Erzbischof Aramburu und den damaligen Provinzial P. Jorge Mario Bergoglio bin ich gemeinsam mit einen Mitbruder in eine „Favela“, ein Elendsviertel der Stadt, gezogen. Von dort aus haben wir unsere Lehrtätigkeit an der Universität fortgesetzt.

Erklärung von Pater Franz Jalics SJ

Un testo duro, che ci racconta delle cose orribili che sono successe in Argentina sotto la dittatura, di una Chiesa che, anche per una “deliberata disinformazione” del regime tardava a scegliere con chi schierarsi, che interveniva senza successo per chiedere il rilascio di prigionieri o manteneva rapporti diplomatici, però Padre Jalics che dice di essere stato imprigionato per 5 mesi bendato in una cella perchè un loro collaboratore nelle favelas era un guerrigliero, ritiene Padre Bergoglio totalmente estraneo, a quello che accadde, anzi invoca la benedizione di Dio sul suo nuovo ministero e dice di essersi “totalmente riappacificato con quel periodo” di aver incontrato e celebrato messa col Cardinale e poi di essersi fraternamente abbracciati. Da buon gesuita si limita ai fatti di cui è stato protagonista, senza dare un giudizio sul ruolo della Chiesa in quel periodo, ruolo che lo stesso cardinal Bergoglio ha condannato nel 2000 indicendo un intero anno di penitenza per la Chiesa Argentina ed i peccati commessi per omissione o colpe dei suoi membri.

Fin qui i fatti, e le prove, le dichiarazioni delle fonti, c’è poi un altro discorso da fare, quello che forse è il maggior errore compiuto dai giornalisti, cioè di guardare alla Chiesa come una specie di multinazionale con cordate e lotte di potere, (che ci sono certo vedi Vatileaks), ma prescindendo dalla sua dimensione spirituale che ha permesso sin dalle origini di trasformare i propri errori, attraverso il perdono, in punti di forza.

La balla della infografica contro le donne su Facebook 

Esempio ancora maggiore sono le fantomatiche accuse contro il Papa di essere contro le donne, volate su facebook e rilanciate da alcune agenzie internazionali senza la minima verifica che in questo caso sarebbe stata veramente facile, bastava saper usare google e facebook per scoprire che la fonte totalmente falsa.

Aciprensa agenzia giornalistica sud americana, ha spiegato che il 13 marzo un’organizzazione atea messicana ha diffuso su Facebook la falsa notizia tra i suoi follower, facendo sì che l’immagine sulla quale sono state poste le dichiarazioni inventate fosse condivisa migliaia di volte. Elentir ha aggiunto che il quotidiano del Costa Rica “El País” “si è fatto eco della fandonia di Internet senza averla verificata, eludendo la più elementare etica giornalistica e limitandosi a dire che si trattava di ‘un’informazione attribuita all’agenzia statale argentina di notizie, Télam’, che circolava su Internet”.
Come ha spiegato Elentir, “non c’è traccia di queste dichiarazioni in Rete, salvo nel citato link del forum ‘Yahoo Risposte’.

Se i media argentini avessero pubblicato un comunicato dell’agenzia ufficiale Télam che conteneva dichiarazioni apertamente misogine di un arcivescovo, non pochi media argentini, forum, blog ecc. se ne sarebbero fatti eco e avrebbero montato uno scandalo”.
Come ha mostrato l’agenzia di notizie Aciprensa, si tratta di un semplice commento di un autore che ha usato un pseudonimo sul sito web “Yahoo Risposte”.



Aciprensa riferisce il lavoro svolto dall’autore del blog “Contando Estrelas”, che scrive con lo pseudonimo Elentir e ha analizzato l’origine delle accuse, dimostrando che sono state attribuite al cardinal Bergoglio sei anni fa da un utente del sito web “Yahoo Risposte” identificato a sua volta con lo pseudonimo “Bumper Crop”, che affermava di averle ottenute dall’agenzia ufficiale argentina Télam, dove non c’è alcuna registrazione di queste informazioni.

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