pierino chiambretti e l’universita’

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Piero Chiambretti, in questi giorni sullo schermo con un programma dedicato alle studentesse universitarie, ci racconta il suo rapporto con l'università

Abbiamo incontrato Piero Chiambretti, che sta conducendo un programma su Rai 2 attorniato da centocinquanta studentesse universitarie, per chiedergli del suo rapporto con l'Università

Piero, sappiamo che sei stato anche tu una matricola dell’ Università di Bologna, al Dams,vuoi raccontarci come andò a finire?

All’ Università si comincia ad imparare cosa significhi la parola caos. L’unica cosa che ricordo, almeno per quel poco che l’ ho frequentata è il caos. Quindi uno comincia a convivere con questa parola, con questa situazione.
Si crea evidentemente un proprio territorio che cerca di difendere con i denti e quindi è un vero parco per la formazione caratteriale , per lo meno, degli studenti. Chi ce la fa, ce la fa attraverso gli strumenti che nascono proprio dal voler sopravvivere.
Esistono due tipi di laureati: quelli che riescono per talento perché sentono la fame del sapere; oppure gli altri che evidentemente tirano a campare ma riescono ad arrivare in fondo. Credo che l’università serva un po’ come nel gioco dell’oca o nel monopoli per acquisire quelle tecniche che poi servono comunque nella vita, o per arrivare o per aspettare o per vivere di rimessa.
Io ad esempio non ce l’ho fatta. Perché la confusione, la troppa libertà, la mancanza di organizzazione, di aule, di orari, di professori all’ altezza, i libretti mascherati o truccati eccetera, mi hanno fatto prendere la strada che prese Pinocchio con Lucignolo. Mi feci portare fuori strada.

Nel tuo caso chi è stato Lucignolo?

Nel mio caso Lucignolo è stata la città di Bologna, città più materiale che spirituale. Si mangia e non solo, si beve e non solo, le donne sono tutte belle… io sono arrivato a Bologna da Torino, non eravamo cretini, ma certamente arrivavamo da una dimensione di conservazione che nasce dall’epoca Sabauda e che pochi altri possono vantare. Così sono arrivato a Bologna, in una città così d’assalto sotto ogni punto di vista, sempre in prima linea, sia vista dal lato politico che da quello del più allegro della cucina o della donna, che io ripeto, donne belle a Bologna ne ho viste così tante. Mi immagino che sia l’ aria della città che le trasformi in testimonial viventi di una vita sana e di qualità. In definitiva mi son fatto prendere più dalle donne che dal libretto universitario.

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Redazione Universinet Magazine
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