Regioni contro la Gelmini: no al commissariamento

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ROMA – Si allarga anche ai rappresentanti delle Regioni  almeno per ora, la protesta contro il decreto Gelmini. I governatori dicono no al commissariamento degli enti che, entro il 30 novembre, non metteranno in pratica il piano di ridimensionamento degli istituti scolastici, così come è previsto dall’articolo 3 del decreto 154. Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, spiega che si tratta di un «punto istituzionalmente gravissimo». «Se non viene eliminata quella norma – aggiunge – le Regioni non parteciperanno alla conferenza unificata». «È inaccettabile – aggiunge Errani – che noi siamo venuti a conoscenza di quest’articolo che ci interessa così direttamente solo leggendo il testo, che peraltro riguarda la sanità e non la scuola, senza aver avuto dal Ministero alcun tipo di comunicazione, per noi è stata una sorpresa». Alla richiesta delle Regioni, il governo ha risposto di avere bisogno di tempo. La riunione è quindi stata sospesa a data da destinarsi. Il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, ha però commentato: «In dieci anni i parametri che dimensionano gli istituti scolastici, frutto di un dpr del ’98, non sono mai stati rispettati».

COMMISSARIO AD ACTA – La norma in questione è contenuta nell’articolo 3 del Decreto legge 7 ottobre 2008 (“Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali” – come recita l’articolo 3): «I piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali – si legge – devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma, già a decorrere dall’anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno». Quindi segue il passaggio che ha fatto infuriare i governatori: «Il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, diffida le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica. Ove le regioni e gli enti locali competenti non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, nomina un commissario ad acta».

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Redazione Universinet Magazine
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