Casa Bianca discute rischi IA con Google, Microsoft e OpenAI: garantire sicurezza e diritti umani

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di Renato Reggiani

Universinet.it – Nel giro di pochi mesi, l’intelligenza artificiale ha dimostrato il suo potenziale rivoluzionario nel mondo del lavoro e dell’economia, ma ha anche evidenziato la sua pericolosità nel generare informazioni false ma realistiche che possono scuotere la situazione geopolitica o essere utilizzate per attività criminali. Un esempio è la sospensione di 7.800 assunzioni da parte di IBM, in quanto sostituibili dall’intelligenza artificiale, e le immagini false ma credibili create attraverso la piattaforma Midjourney, che mostrano un arresto mai avvenuto di Trump.

La a Casa Bianca ha convocato per la prima volta i principali attori nella sfida della creazione di intelligenza artificiale, tra cui Google, Microsoft, OpenAI e Anthropic. La vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha presieduto l’incontro nella Roosevelt Room, al quale ha partecipato brevemente anche il presidente Biden, che ha sottolineato il potenziale e i pericoli dell’intelligenza artificiale. Intorno al tavolo sedevano i leader dell’IA Sundar Pichai, CEO di Google, Satya Nadella, CEO di Microsoft, Sam Altman, fondatore di OpenAI, e Dario Amodei, CEO di Anthropic, hanno partecipato all’incontro senza rilasciare commenti sulla discussione avvenuta con Kamala Harris e Joe Biden.

Dalla Casa Bianca è arrivata una dichiarazione che sottolinea l’importanza della leadership e dell’innovazione responsabile da parte delle aziende coinvolte. Inoltre, la Casa Bianca ha annunciato l’investimento di 140 milioni di dollari in nuovi centri di ricerca e l’intenzione di pubblicare linee guida sull’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale.

Nelle scorse settimane oltre all’intervento del Garante italiano della Privacy, numerose personalità del settore tech hanno espresso preoccupazione riguardo ai pericoli dell’intelligenza artificiale. L’esperto di IA Geoffrey Hinton ha lasciato Google definendo i possibili problemi causati dall’IA come “spaventosi”, mentre Elon Musk, tra i fondatori di OpenAI, ha firmato una lettera aperta che chiede una moratoria dell’addestramento degli algoritmi per almeno sei mesi. Anche Sundar Pichai, CEO di Google, ha sollecitato l’introduzione di regole simili a quelle per il nucleare.

L’approccio americano al problema delle nuove tecnologie si basa sulla diffusione di linee guida che incoraggiano le imprese a sviluppare prodotti e servizi che rispettano la privacy e gli standard etici. Questo approccio si basa sul soft power degli Stati Uniti, ovvero l’influenza che la cultura americana esercita a livello globale.

D’altra parte, in Europa c’è una certa preoccupazione riguardo all’impatto di queste tecnologie sulla privacy e sui diritti degli utenti. In alcuni casi, questo ha portato alla creazione di normative stringenti che potrebbero limitare lo sviluppo e il testing di nuovi prodotti e servizi. Ad esempio, la Direttiva UE sul diritto d’autore ha creato alcune difficoltà per piattaforme come YouTube e Spotify, che hanno dovuto adattarsi a queste nuove regole.

Tuttavia, è importante notare che queste regole sono state introdotte per proteggere i diritti degli autori e degli artisti, e per garantire che le piattaforme online paghino loro in modo equo. Inoltre, le nuove tecnologie presentano anche opportunità per migliorare la qualità della vita delle persone e per creare nuovi posti di lavoro.

In conclusione, l’equilibrio tra il desiderio di innovazione e la necessità di proteggere i diritti degli utenti e degli autori è una sfida complessa. Sia l’approccio americano che quello europeo hanno i loro vantaggi e svantaggi, ma è importante trovare un equilibrio che permetta alle nuove tecnologie di prosperare senza compromettere i diritti delle persone.

Redazione Universinet Magazine
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