l’arte di sottolineare

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Spesso esageriamo nel sottolineare i libri. Vediamo come farlo in modo intelligente e senza spreco di tempo. Quello che sembra ai più caratterizzare lo studente attento e diligente è la mole di sottolineature sui libri di testo. L’attenzione prestata allo studio sembra direttamente proporzionale all’inchiostro speso in questa terribile pratica, fonte di numerose e riconosciute invalidità civili (perdita dell’uso del polso,radicolite cronica al dito indice ecc.).

Nella mia lunga esperienza di studente, sono giunto alla conclusione che forse bisognerebbe applicare una “ratio” differente nell’utilizzo di tale accorgimento.
Molti sottolineano tutto il libro per il semplice fatto di averlo letto tutto, e questo serve loro quasi a giustificazione morale della completezza del lavoro svolto; altri sottolineano in forme policrome, rendendo in loro testi tanto confusi quanto sgargianti; altri ancora cancellano, o meglio obliterano, il contenuto del testo con le loro sottolineature, quasi a dire : qui sopra non ci si torna!

In realtà, all’interno di una più ampia ed efficace metodologia di studio, il sottolineare è un’arte che vive di moderazione e razionalità. Non esistono regole assolute ed immutabili, se non una, la regola fondamentale dello studio: trova un metodo che sia adatto. E’ necessario domandarsi anzitutto come la sottolineatura si coordini, in primo luogo, con la comprensione del testo, in secondo luogo, con l’impararlo a memoria e ripeterlo ad un maldisposto ascoltatore.

Comprensione: molti massacrano a sangue la cellulosa del libro nella prima lettura, sovrapponendovi in seguito ulteriori solchi. Ora, è evidente che la prima lettura porta un grado di comprensione inferiore della seconda : come posso aver sottolineato bene , se l’ho fatto senza sapere cosa leggo?

Sottolineare bene: sottolineare tutto equivale a non sottolineare niente. Liberiamoci da questa isteria grafica, e riflettiamo sulla funzione della pratica in questione: dare importanza ad un periodo, un comma, una parola , una formula, un numero. Come già detto , prima bisogna comprendere l’argomento, poi valutarne l’importanza, e solo dopo tutto ciò evidenziare con la sottolineatura (e eventuali chiose laterali) ciò che ci interessa; se si riesce a sviluppare un codice cromatico non confuso, si possono utilizzare colori diversi per parti diverse (ad es.:verde per le definizioni, rosso per le parole chiave, matita per le spiegazioni riassuntive, ecc. ; si può cercare all’infinito).
Studenti esperti compiono tali operazioni contestualmente, ma tale facoltà gli deriva dalla consumata pratica. Chi comincia o è male abituato deve separare tali momenti ed essere istruttore di sé stesso. Perché separare tali momenti ed esserne consapevoli fa della sottolineatura un metodo di studio, non solo una azione più o meno conscia.

Metodo di studio: vuole dire modo per capire, ricordare, ripetere, acquisire per sempre. Se ci si pone seriamente questi obiettivi, si sarà in grado di ottenere profitto dalla sottolineatura. Ci imporrà maggiore attenzione a ciò che leggiamo, perché dovremo prima capirlo, poi valutarlo e solo infine sottolinearlo; nel ripeterlo faremo riferimento immediato a ciò che è sottolineato, il che sarà anche il risultato finale da imparare a memoria e ricordare, per farne base di ulteriori studi.
La sottolineatura in sé è solo un modo per rovinare un libro; coordinata con altre pratiche diventa la vostra partecipazione alla materia di studio: non siate presenzialisti, abbiate rispetto di ciò che leggete.
Il metodo di studio è qualcosa che dobbiamo trovare in noi stessi: è disciplina, è tecnica.

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Redazione Universinet Magazine
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