Occupato il liceo linguistico Manzoni: 7 studenti su 10 hanno crisi d’ansia. «Ora basta»

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Universinet.it – Lettera degli studenti di Milano. Sulla scia delle parole di Mario Untersteiner, docente del Liceo Berchet e poi preside, che sosteneva che “la scuola dev’essere amicizia, o non è scuola affatto”, le scuole di Milano stanno vivendo una rivoluzione culturale. Invece di focalizzarsi sul trasferimento sterile di nozioni, gli istituti scolastici milanesi si stanno trasformando in luoghi di cura dei rapporti umani e di crescita personale, dove il dialogo, il rispetto e la collaborazione sono i pilastri dell’educazione.

Il Liceo Berchet è stato un pioniere in questo processo, educando gli studenti alla complessità e al pensiero critico, strumenti indispensabili per diventare cittadini liberi e consapevoli. Grazie a questa apertura, gli studenti possono analizzare e condividere i disagi e i malesseri scolastici con docenti e dirigenti, costruendo insieme il cambiamento dall’interno.

Per garantire che questa trasformazione sia duratura, è fondamentale instaurare una relazione empatica tra studenti e professori, basata sul confronto e non sul conflitto. Gli studenti non chiedono riduzioni dei programmi didattici, ma piuttosto il riconoscimento della dignità della fragilità, che caratterizza l’essere umano e non solo la loro generazione.

Questo movimento, chiamato “Rivoluzione dell’Amicizia”, sta guadagnando sempre più consensi e sostegni da parte di altre scuole, che si riconoscono nelle parole degli studenti del Liceo Berchet e decidono di unirsi alla causa. Tra queste, si annoverano scuole di ogni ordine e grado, da Milano a Roma, da Taranto a Palermo.

La “Rivoluzione dell’Amicizia” vuole essere un messaggio di solidarietà verso tutti gli studenti che si sentono in difficoltà e una chiamata all’azione per promuovere il cambiamento nelle modalità del “fare scuola”. Far emergere un problema non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio che dimostra la volontà di migliorare il sistema educativo.

Gli studenti della “Rivoluzione dell’Amicizia” ribadiscono il loro rifiuto di atteggiamenti oppressivi e dispotici, sottolineando che una scuola autoritaria prepara a una società autoritaria, e che non sono disposti a tollerare né l’una, né l’altra. La scuola deve essere un luogo di amicizia, rispetto e collaborazione, dove gli studenti possono crescere e svilupparsi come individui e cittadini consapevoli.

Redazione Universinet Magazine
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