uniparma: risparmiatori e rischio finanziario

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L’obiettivo è quello di sensibilizzare i risparmiatori e gli operatori sull’importanza della misurazione del rischio negli investimenti finanziari e spingere i primi ad informarsi meglio prima di prendere decisioni e i secondi ad aiutare meglio i propri clienti affinché le proposte siano allineate al reale profilo di rischio dei clienti. “Quando si tratta di investimenti finanziari”, afferma il prof. Gino Gandolfi, “pare che la maggior parte dei risparmiatori ritenga che l’unica informazione da conoscere sia il rendimento e, soprattutto, che solo pochissimi investitori sanno che il rendimento atteso di un investimento finanziario è intimamente connesso con il rischio finanziario di quest’ultimo. E’ per questa ragione che, spesso, i risparmiatori non si preoccupano di misurare i rischi né tanto meno di valutare quali rischi sono “coerenti” con il livello di rendimento atteso.”

La ricerca vedrà coinvolto, nei prossimi mesi, un campione significativo di cittadini adulti (30-75 anni), residenti a Parma e provincia, che verranno intervistati telefonicamente, con un breve questionario a risposte chiuse della durata di pochi minuti, dopo aver ricevuto una lettera informativa da parte dell’Università di Parma. Il supporto tecnico nell’esecuzione delle interviste sarà assicurato dallo Studio Borettini Tutela del Risparmiatore, che è lo sponsor esclusivo dell’iniziativa. Alle interviste telefoniche verranno affiancate alcune interviste personali di approfondimento su un certo numero di opinion leaders locali. In entrambi i casi verrà garantita la totale riservatezza delle risposte.

“In funzione della risposta del pubblico e della significatività dei dati raccolti, speriamo di poter ripetere la ricerca anche negli anni a venire”, dichiara il prof. Gino Gandolfi, “trasformandola in un osservatorio permanente, sulla scorta di ciò che avviene anche a livello nazionale a cura di primari istituti di ricerca. Per questo motivo è importante che le persone selezionate facciano lo sforzo di dare il loro contributo personale a questo studio.”

Redazione Universinet Magazine
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