la comunicazione spontanea come stile

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Quando sentiamo parlare di comunicazione la nostra mente pensa al linguaggio tradizionale quale strumento comunicativo per eccellenza. In genere tendiamo a sottovalutare tutti gli altri strumenti che noi utilizziamo per trasmettere o dare più forza al nostro messaggio. Quali sono questi strumenti?

1. parole, ovviamente,
2. toni di voce,
3. linguaggio non verbale (L.N.V.), rappresentato dalla gestualità, posizione del corpo, mimica facciale, sorriso, contatto d’occhi, ecc.,
4. supporti visivi. L’uomo, nella sua evoluzione linguistica, ha gradualmente abbandonato il L.N.V., per affidarsi alle sole parole. Si assiste pertanto ad un soffocamento degli strumenti tradizionali della comunicazione quotidiana, vale a dire le tonalità e la spontaneità del L.N.V. Trascuriamo per il momento i supporti visivi, e andiamo a valutare l’efficacia comunicativa legata ai primi tre strumenti. Questa valutazione è resa possibile dai risultati degli studi sulla comunicazione, svolti negli anni ‘60 negli Stati Uniti, da un grande scienziato: Albert Mehrabian. Egli osservò come, in una normale comunicazione, la ricezione del messaggio (efficacia comunicativa) è data solo per il 7% dalle parole, per il 38% dai toni di voce e per il 55% dal L.N.V. Questo studio dette il colpo di grazia agli ultimi retaggi di scuola di retorica della comunicazione, quella scuola che consigliava il controllo della gestualità ed il soffocamento delle proprie emozioni. Il presupposto era che uno speaker per essere un professionista credibile doveva assumere “posizioni da imbalsamato” ed esibire un eloquio raffinato, destinato ai pochi eletti1. Se noi mettiamo sui piatti di un’ipotetica bilancia due pesi: • il primo è rappresentato dal COSA DICO: vale a dire dal contenuto del messaggio; • il secondo dal COME LO DICO: toni di voce e L.N.V. Il secondo piatto peserà 13 volte più del primo (93% verso 7% delle parole). Le conclusioni che possiamo trarre ci dicono che uno speaker smorto ed imbalsamato, vale a dire privo di entusiasmi, e della carica agonistica che si trasmettono attraverso i toni di voce e bloccato nella sua gestualità e nei suoi movimenti, utilizza al minimo le proprie capacità comunicative, rendendo scarsamente efficace la comunicazione

Redazione Universinet Magazine
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