Michela Murgia e la Corea del Sud: ecco la storia del suo ultimo desiderio.

Far portare le sue ceneri in Corea del Sud, per disperderle nell’oceano davanti alla spiaggia di Busan.

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Di Renato Reggiani

UniversiNet.it – La morte di Michela Murgia, ha interrotto bruscamente il filo della grande passione che la legava negli ultimi anni alla Corea del Sud, al K-pop ed alla Korean Wave. Il “Paese del calmo respiro”, la aveva ammaliata attraverso gli idoli del K-pop conosciuti in rete ma poi libri, lezioni universitarie, blog la avevano catapultata in un altro universo dove la fenomenologia del successo a cui siamo abituati ed i suoi numeri hanno altre regole ed altre unità di misura. I follower si contano a decine di milioni e gli streaming a “billions” miliardi di view e che solo il nostro “provinciale etnocentrismo” come scrisse su Vogue Italia, ci porta ad ignorare.

Per chi conosceva il suo lavoro, Michela non era solo una scrittrice, ma una donna dal cuore pulsante e dagli occhi sempre curiosi, fissati sull’orizzonte. Michela confidava su Twitter nel 2021: “I BTS hanno cambiato la mia vita. Mi hanno fatto capire che è possibile essere sé stessi, anche se si è diversi, e che è possibile trovare la felicità anche nelle cose più semplici”. Questa dichiarazione non era un mero elogio alla musica, ma l’eco di un’anima che aveva trovato un rifugio in una cultura lontana. Nel 2022, attraverso le colonne del Corriere della Sera, Michela proclamava con vigore: “La Corea del Sud è un paese che sta cambiando rapidamente e sta diventando sempre più importante nel mondo”. Murgia non era solamente affascinata dalla musica e dalla cultura coreana, era innamorata dell’intera storia e resilienza del paese, come testimonia un post su Instagram del 2023: “Sto leggendo un libro sulla storia della Corea del Sud e sto imparando tantissime cose”.

Nonostante la profonda connessione che Michela aveva instaurato con la Corea del Sud, un viaggio lì rimase un sogno irrealizzato. Un viaggio che avrebbe consolidato quel legame invisibile che aveva costruito tra le parole e le melodie, tra le pagine e le canzoni, tra l’Italia e la Corea. Oggi, nel ricordarla, possiamo solo immaginare il sorriso che avrebbe avuto nel mettere piede sul suolo coreano, ma sappiamo che quella terra viveva già nel suo cuore e nella sua penna.

Addio, Michela. Che tu possa finalmente intraprendere quel viaggio tanto desiderato, 가는 말이 고와야 오는 말이 곱다
( n.d.r. Le parole che se ne vanno devono essere belle affinché le parole che arrivano siano belle). E tu di parole belle ne hai seminate tante.

Redazione Universinet Magazine
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